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Rocapredenna

A Garesce suvra u Burgu,

d'là dau  ,

i'è na roca ota e bêla,

ch'a se slança versu u çè.

L'oiva, u zeru, a fioca, u ventu

l'han scavô drentu dau cö,

e i han faciu 'n munumentu,

ch'un se tröva int'insciun lö.

                                                            Rocapredenna...

a ti pensi i Garescin,

chi sun luntan

da Tane e dau Mindin

I'è sciurtiu 'na Madona

ch'a i ha 'n brassu u sò Bambin

che d'là in çima sempre a vorda

tücci quanci i Garescin.

O ni ha nen in mantu d'oru,

nè candeire avische ai pè,

ma d'inturnu pin e biule

e per sfundu tütu u çe.

                        Rocapredenna...

A s'in sta sempre in pò sula,

bèla, dricia, ota laciü,

dopu a strô du San Bernardu

u si i riva dma cui mü.

Ma s'ti a vughi dma na vôta

ti na pöi ciü dismentiô;

s't'hai da stô föra d'Garesce

aura o pöi, ti vöi turnô.


Rocapredenna

A Garessio sopra il Borgo,

oltre il  "",

c'è una roccia alta e bella,

che si slancia verso il cielo.

L'acqua, il gelo, la neve, il vento

l'hanno scavata dentro dal cuore,

e ne hanno fotto un monumento,

che non si trova in nessu altro luogo.

                                                            Rocapredenna...

pensi ai Garessini,

che sono lontani

dal Tanaro e dal Mindino

Ne è uscita una madonna

che ha in braccio il suo Bambino

che da lassù in cima sempre osserva

tutti quanti i Garessini.

Non ha un manto d'oro,

nè candele accese ai piedi,

ma intorno pini e betulle

e per sfondo tutto il cielo.

                        Rocapredenna...

Se ne sta sempre un po sola,

bella, dritta, alta lassù,

dopo la strada del San Bernardo

si ci arriva solo con i muli.

Ma se la vedi solo una volta

non la puoi più scordare;

se hai da stare fuori da Garessio

ora o poi, ci vuoi tornare.

 

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